L’ingrediente più prezioso? Le persone.

L’ingrediente più prezioso? Le persone.

Maria Grazia è entrata per la prima volta in questo cortile nel 1960. Aveva 14 anni ed era il suo primo giorno di lavoro al Buon Riso.

Si è seduta alla scrivania vicino alla finestra, con la macchina da scrivere Olivetti. Poco dopo altre ragazze come lei erano entrate in questo cortile: Angela e Adelia. Si ritrovano oggi di nuovo qui.

Sul tavolo, al posto delle macchine da scrivere ci sono i piatti cucinati dallo chef Emiliano.
Nel cortile non entrano più i furgoni carichi di riso che arriva dalle risaie piemontesi, ma entrano persone che arrivano da tutti gli angoli d’Italia e del mondo, e che qui in via Baltea trovano un luogo che accoglie tutti.
Nei locali in fondo al cortile non ci sono più i silos pieni di riso, ma una bottega di falegname, il laboratorio di Mario il cestaio, il laboratorio dove Panacea produce il suo pane con lievito madre, locali dove i bambini si incontrano per giocare e gli adulti per stare insieme.

È qui in Via Baltea 3 siamo tornati per celebrare il luogo dove siamo nati, ringraziare le persone che tengono vivo questo luogo con progetti e attività di utilità sociale che coinvolgono il quartiere e danno una mano a tante persone in difficoltà.
Prima di pranzo, la compagnia teatrale Una Teatro propone un breve antipasto teatrale intitolato “Tutto il mondo in via Baltea”. E proprio tutto il mondo si incontra qui: qui si vede il pensionato che parla in piemontese, i primi immigrati dal Sud degli anni ’60, i nuovi immigrati dall’Africa.
Il cestaio Mario arriva dal Molise, andò a lavorare nelle miniere del Belgio poi nelle fabbriche in Germania, prima di approdare a Torino, dove scoprì i rami di Salice in una domenica d’estate sulle rive del Sangone. Oggi usa questi rami per creare i suoi cestini.
Sono tutte persone speciali, quelle che si incontrano in via Baltea.

Come Alasana, che arriva dal Gambia e che si siede in cucina a spellare i peperoni grigliati, tipici della tradizione piemontese. O di Alagi, che arriva dal Senegal e che ha iniziato il suo primo giorno di lavoro nella cucina di via Baltea proprio mentre noi eravamo qui a fotografare i piatti creati dallo chef Emiliano e dalla sua brigata internazionale di cucina.

Nel giorno della festa, parlare dei piatti è riduttivo, ma non si può tacere della meravigliosa quiche di basmati, toma e fiori edibili, che Emiliano crea con una sfoglia arricchita da erbe aromatiche. O del tortino di riso Venere che prima viene bollito con pepe rosa prezzemolo erbe aromatiche e poi servito con una crema di curcuma e formaggio, e una riduzione della sua acqua di cottura con amido di mais per creare una crema di guarnizione con cui decorare il piatto.

I piatti vengono portati in tavola dalle bimbe, a segnare questo passaggio di generazioni che via Baltea celebra come un omaggio al futuro.

Per le 3 signore del Buon Riso è un viaggio nel tempo, ognuna ricorda un aneddoto, chi ci parla delle colleghe di un tempo che non ci sono più, ma la cosa che ci rimane impressa è quella che dice Angela “Una buona azienda si fa con buoni prodotti e buone persone: così ci hanno insegnato a lavorare qui.”

E questo è ciò che portiamo nel cuore di questa giornata in via Baltea.