Il Buon Riso fa Buon Cinema

Il Buon Riso fa Buon Cinema

Ovvero: The Broken Key e il Buon Riso

Immaginiamo un Codice Da Vinci del futuro, ambientato e girato a Torino e in Piemonte.
E immaginiamolo con attori che hanno in casa Oscar e nel curriculum alcuni dei film più importanti della storia del cinema.
Immaginiamolo girato da un giovane regista torinese.
Immaginiamo The Broken Key.

Un cast che fa invidia alle grandi produzioni di Hollywood

Come si attirano star internazionali come gli attori cult di Quentin Tarantino Michael Madsen e Maria de Medeiros, il grande Rutger Hauer di Blade Runner, la leggenda Geraldine Chaplin che porta già nel cognome tutta la storia più bella del cinema?
E poi Philippe Leroy, l’istrionico francese giramondo che in Italia ricordiamo per essere stato il magnifico Yanez nel Sandokan televisivo degli anni ’70?
E poi il premio Oscar Murray Abraham, Christopher Walken, Malcolm McDowell. Persino un nome che magari è sconosciuto al grande pubblico, il sudcoreano Yoon Joyce, ha già al suo attivo due film girati con un certo Martin Scorsese.
Attori che siamo abituati a vedere nelle megaproduzioni hollywoodiane, e che questa volta hanno scelto un film a piccolo budget. Perché?
Non è certo con qualche dollaro in più che una piccola casa di produzione torinese e indipendente può garantirsi queste star nel cast.
Si attirano queste celebrità con la forza di una storia. Geraldine Chaplin ha ammesso candidamente durante la conferenza stampa: “La prima volta che ho letto il copione non ci ho capito niente. Poi l’ho riletto e mi sono detta «devo assolutamente fare questo film». E la stessa seduzione si è esercitata su Michael Madsen, il cattivo delle Iene e di Kill Bill, che lavorando con Tarantino è abituato a leggere copioni decisamente interessanti.
Anche l’affascinante Maria de Medeiros ha lavorato con Tarantino (in Pulp Fiction era la ragazza di Bruce Willis).
Rutger Hauer è entrato nella storia del cinema per l’interpretazione del replicante in Blade Runner, quello del famosissimo monologo «Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia. È tempo di morire.»

Tempo di morire, tempo di misteri, tempo di cinema noir, anzi nero.

Nero è una parola che ricorre spesso in questo film. Louis Nero è il regista, il grande Franco Nero è uno degli attori (ma non sono parenti). Nero è il colore del mistero, nera è l’atmosfera ricorrente di alcune location.
Le avventure oltre confine si svolgono nella magnifica città medievale di York in Inghilterra (dove sono stati girate alcune scene della saga di Harry Potter) e al Museo Egizio del Cairo.

Tutto il resto si svolge a Torino e in Piemonte.

Ecco allora scorrere gli angoli più belli e suggestivi della Torino magica e storica, come la Mole Antonelliana, la Sala dei Mappamondi dell’Accademia delle Scienze, la Sala Rossa del Palazzo di Città, il Borgo Medievale del Valentino. E poi i posti più affascinanti e misteriosi in giro per il Piemonte: la Reggia di Venaria, la Sacra di San Michele, il borgo antico di Saliceto con i suoi misteri templari, Rosazza nel biellese con i suoi simboli dell’occultismo.

La storia?

Louis Nero non ce la vuole ancora spiegare. “Deve rimanere un mistero fino all’uscita nelle sale. Posso dirvi solo che al centro della storia c’è una serie di omicidi commessi da una setta segreta e ispirati alle sette arti liberali. Per risolvere il mistero dovremo compiere lo stesso percorso di conoscenza seguito da Dante e dal pit­tore Hie­rony­mus Bosch.”
Cosa c’entra Il Buon Riso con The Broken Key? Non è un mistero
Un’azienda torinese che decide di finanziare un film girato a Torino da un regista torinese.
E in cambio, Il Buon Riso entrerà nel cast di questo film, accanto ai mostri sacri del cinema.

Non sarà il solito product placement delle fiction tv dove si vede il protagonista che fa la spesa al supermercato e mette nel carrello il prodotto, o usa la confezione a casa, o come succede nei film dove guarda ostentamente l’ora per far vedere la marca dell’orologio, o si appoggia al cofano dell’auto per far vedere il logo della casa costruttrice.
Niente di questi trucchetti che oggettivamente sono troppo smaccati per essere piacevoli ancora prima che credibili.
No, il regista Louis Nero ha in mente delle belle sorprese anche per il product placement. Il Buon Riso diventerà uno degli attori del film, sarà inserito nelle scenografie del film, con immaginifici spot creati nel futuro.
L’ispirazione è nei cartelloni digitali che costellavano la città di Blade Runner, su cui scorrevano immagini e spot pubblicitari. Qui ci saranno delle immagini digitali che presenteranno Il Buon Riso come potrebbe essere pubblicizzato nel futuro. Un’anticipazione di come saremo, come mangeremo, come saremo sedotti dalla comunicazione.
Ma per risolvere tutti questi misteri e rispondere a tutte le domande che ci girano per la testa non ci rimane che aspettare gli sviluppi della lavorazione del film. Ne parleremo ancora. Prossimamente su questo blog.