6 cose che non tutti sanno sul riso

6 cose che non tutti sanno sul riso

Sei cose che devi assolutamente sapere per goderti al meglio il riso, la cucina, la vita.

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Il tempo di cottura del riso è il doppio della pasta?
Ma dai! Una buona pasta di Gragnano cuoce in non meno di 13-15 minuti.
Esattamente il tempo di cottura di un buon riso bianco.

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La mantecatura a fuoco spento o acceso?
Quando il riso del risotto è cotto, spegnete il fuoco, aggiungete un po’ di burro e di formaggio, e mescolate a fuoco spento. Il riso mantiene il calore molto a lungo, e in questo modo i profumi si armonizzeranno in maniera più delicata, perfetta.

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Quanti colori ha il riso?
C’è il riso bianco, che è quello brillato, in cui le parti esterne sono state eliminate.
Quello beige, che è quello integrale, che conserva ancora parte dei suoi rivestimenti naturali ricchi di fibre e di sali minerali.
Quello ambrato, che è semilavorato: l’anello di congiunzione fra il riso bianco e l’integrale
Il riso rosso, che non è quello al pomodoro, ma il riso Ermes. Il suo colore rossastro è dovuto alla presenza degli antociani, antiossidanti naturali.
Il riso nero, che anticamente in Cina era chiamato il riso dell’Imperatore perché raro e buonissimo, e oggi è coltivato anche qui in Piemonte: è il Venere.
Il riso verde, che è quello al pesto.

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Il riso integrale è difficile da cucinare?
Cos’ha di speciale il riso integrale? Partiamo da una cosa che conosciamo tutti: la pasta integrale, che è fatta con una semola in cui si aggiunge della farina integrale.
Ecco, il riso è tutta un’altra cosa. Il riso è integrale quando il chicco viene pulito solo parzialmente dei suoi strati esterni. Risulta quindi un chicco “corazzato” più duro, più resistente, più ricco di fibre e di sali minerali. E ovviamente essendo così grezzo richiede un tempo di cottura decisamente più lungo, circa il triplo di un normale riso bianco.
Una novità che cambia il modo di intendere e cucinare il riso integrale è il Riso Roma Semilavorato. È un riso semi-integrale da coltivazioni piemontesi, che subisce meno passaggi di raffinazione degli strati esterni rispetto al tradizionale riso bianco. Il risultato è un chicco croccante e gustoso, fonte di sali minerali, in particolare fosforo, magnesio e manganese, e un tempo di cottura pari a quello di un riso classico. È adatto sia per i risotti e le minestre, sia per i piatti freddi (insalate di riso, torte salate, finger food).

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Quali sughi usare?
Spesso uno si chiede: come lo faccio il risotto? Sarà difficile? Considera una regola di base: quello che ti piace sulla pasta ti piacerà anche sul riso. Il sugo di pomodoro, il pesto, il ragù. E questo vale anche i sapori più complessi, come la bottarga, ad esempio.
Immagina il riso come una base su cui costruire il tuo gusto ideale. Ovviamente bisogna partire da un riso di qualità, un “buon riso” per intenderci.

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Il riso non fa ingrassare?
Vediamo le calorie. Un etto di riso ha 33 calorie, un etto di pasta poco di più, 35, quindi siamo quasi pari.
Ma è sui valori nutrizionali che si nota la differenza.
I grassi. Mediamente il riso ha l’1% di grassi, mentre la pasta 1,5%, che significa il 50% in più.
Sugli zuccheri la differenza si fa abissale. Il riso ne ha meno dello 0,5%, la pasta circa il 3%. 6 volte tanto.
Quindi, non è che si può vivere solo di riso, però aiuta.